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Pochi soci? Per il fisco siete tutti sulla stessa barca.

Pochi soci? Per il fisco siete tutti sulla stessa barca.

  • Tributi e contenziosi fiscali
In caso di accertamento fiscale su un'azienda "a ristretta base sociale", il fisco presenta il conto anche ai componenti della società: si chiama "automatica ripartizione." Come contestarla, prevenire il processo tributario ed evitare che i soci ci rimettano di tasca propria? Prima di tutto, attenzione ai tempi.

Se
stai leggendo questo post, probabilmente sei amministratore o socio di una delle oltre 136.000 PMI italiane, ovvero le società di capitali che rappresentano il 22% dell'imprenditoria del nostro paese (rapporto Cervet 2016). Oppure sei tra i fondatori di una micro impresa, una di quelle aziende che contano fino a 10 dipendenti, fatturano al massimo 2 milioni di euro l'anno e sostengono una pressione fiscale che supera il 63% (nel 2014, secondo la CGIA di Mestre). E a questo punto ti stai preoccupando...

"Cosa significano ristretta base sociale e automatica ripartizione degli utili extracontabili?"
In altre parole, ti stai chiedendo: "Vuol dire che se il fisco ci accusa di fare del nero, la cartella di pagamento arriva non solo all'azienda ma anche a ognuno dei miei soci?!?" Ahinoi, è esattamente così! Quando l'Agenzia delle Entrate accerta che in una società di capitali composta da un esiguo numero di soci sono stati realizzati degli utili non contabilizzati, considera automaticamente che questi utili siano stati distribuiti ai singoli soci, secondo le rispettive quote di partecipazione, senza dovere in alcun modo provare che tale ripartizione sia realmente avvenuta.

"Ma... noi siamo una Società a Responsabilità Limitata!"
Per il fisco non fa differenza: in questo caso non conta la forma societaria (S.r.l., S.p.a., S.a.p.a, S.r.l.s.) ma la ristretta base sociale. "Sì, ma quanto ristretta? Stiamo parlando dell'aziendina a conduzione familiare? O anche di compagini sociali più numerose?" Non è facile rispondere esattamente: come ci ricorda anche Il Sole 24 Ore. "Non esiste una definizione giuridica di società a ristretta base sociale, né a base familiare." 

La giurisprudenza dà ragione al fisco. Che fare?
L'Agenzia delle Entrate agisce in forza di una serie di sentenze della Suprema Corte di Cassazione secondo cui, in un'impresa a ristretta base sociale, ogni socio ha piena e totale conoscenza di ciò che avviene in azienda: ricavi ottenuti, perdite subite e anche eventuali comportamenti illegittimi, ad esempio la realizzazione di utili extracontabili. Il che non vuol dire che, in caso di contestazioni, tu e i tuoi soci non possiate difendervi dall'Erario. Andiamo con ordine, seguendo un caso ipotetico di "automatica ripartizione".

In fase istruttoria, l'Agenzia delle Entrate verifica quelli che a suo giudizio sono ricavi "in nero" e notifica l'avviso di accertamento alla società. E l'avviso di accertamento, come abbiamo visto in precedenza, non è solo un campanello d'allarme: bisogna agire subito! Possibilmente prima che il fisco notifichi ulteriori avvisi di accertamento anche ai singoli soci per contestare l’automatica ripartizione degli utili non contabilizzati.

Sessanta giorni per non coinvolgere tutti i soci
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Per prevenire questa reazione a catena è importantissimo, nel momento in cui l'Agenzia notifica l'avviso di accertamento alla società, rivolgersi a uno studio legale esperto in diritto tributario. Entro i termini di legge (60 giorni), questo atto non diventa definitivo e l'avvocato può impugnare il primo avviso di accertamento. Con l'impugnazione, tutto viene messo in discussione: sia la realizzazione degli utili extracontabili che l’eventuale distribuzione ai soci. La ripartizione non può più essere considerata automatica ma dovrà essere provata dall'Agenzia delle Entrate di fronte alla commissione tributaria competente, in un vero e proprio processo fiscale.

In questo scenario, il lavoro dell'Agenzia diviene ben più duro: ciò può scoraggiarla dal proseguire le vie del contenzioso tributario e indurla a cercare una soluzione conciliativa. Nel frattempo, l'Agenzia delle Entrate deve sospendere la notifica degli avvisi ai singoli soci e attendere che termini il procedimento giudiziario; in caso di accertamenti inviati in anticipo, il legale può chiederne l'annullamento.

Una volta di più, quando si tratta di Difesa d'Impresa, il tempismo è fondamentale. Come la competenza in materia dei consulenti a cui ci si rivolge, specialmente se non si arriva a una mediazione con il fisco. In questo caso i consulenti in diritto fiscale, insieme ai soci dell'impresa a ristretta base sociale, valutano se e come sostenere le proprie ragioni in sede processuale.

Discutere con l'Agenzia delle Entrate non è una causa persa
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Anche nell'eventualità di un processo tributario, la realizzazione degli utili extracontabili e la loro automatica ripartizione tra i soci di una società a ristretta base sociale può essere contestata nel merito. Ma di questo caso parleremo più in dettaglio in un prossimo post.