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Accertamenti a tavolino: ecco le contromosse.

Accertamenti a tavolino: ecco le contromosse.

  • Tributi e contenziosi fiscali
Cosa fare se ricevi un'invito dell'Agenzia delle Entrate? Imprese e contribuenti in una partita complessa tra giurisprudenza italiana ed europea.

Hai mai sentito parlare del cosiddetto "accertamento a tavolino"? Non è l'invito a prendere un tè, ma una comunicazione dell'Agenzia delle Entrate che prelude a un vero e proprio atto impositivo. Sei il titolare di una azienda, l'amministratore di una società di capitali o un semplice contribuente e vuoi sapere cosa fare in caso di questo tipo di accertamento fiscale? Prima di tutto, puoi informarti! In questo post trovi quello che è essenziale sapere sugli accertamenti a tavolino. Scopri come impostare una difesa, secondo lo staff del nostro studio legale specializzato in diritto tributario.

La sfida con il fisco inizia con un invito.
Ci sono tre modi con cui l'Agenzia delle Entrate ottiene le informazioni di cui ha bisogno o, per usare i termini tecnici, attiva la "fase istruttoria" di un accertamento fiscale:
- attraverso indagini bancarie 
- con una ispezione della Guardia di Finanza;
- chiedendo di presentarsi presso la propria sede.

Quest'ultimo caso è proprio l'accertamento a tavolino: al contribuente viene chiesto di fornire la documentazione necessaria alla verifica e di rispondere ad alcune domande. Cosa puoi fare per difendere al meglio la tua azienda? Le norme e la giurisprudenza ci indicano le contromosse migliori da adottare.

La miglior difesa è il tempismo.
Secondo numerosissime sentenze dei giudici delle commissioni tributarie provinciali e delle commissioni tributarie regionali, al termine delle verifiche l’Agenzia delle Entrate deve inviare l'atto con cui avvisa di aver concluso i controlli e comunica le eventuali irregolarità: il "processo verbale di constatazione", in breve "PVC". Da questo momento, bisogna tenere d'occhio il calendario. Dal momento in cui riceve il PVC, il contribuente ha 60 giorni per rispondere e per sostenere le proprie ragioni, se ha rilevato delle anomalie. Attenzione! L'Agenzia può inviare l'avviso di accertamento solo e unicamente dopo questo periodo: in caso contrario, l'atto non è valido e può essere annullato dal giudice della commissione tributaria competente. In caso di ispezione della Guardia di Finanza o di accertamento a tavolino, insomma, è consigliabile rivolgersi subito a un legale esperto di diritto tributario, che può verificare che ogni passaggio venga rispettato. Ma ci sono altri casi in cui un consulto legale è ancora più urgente.

Il PVC non è mai arrivato, l'accertamento sì. Che fare?Malgrado quanto hai appena letto, a volte l'Agenzia delle Entrate manda un avviso di accertamento senza aver rilasciato il processo verbale di constatazione, e quindi senza rispettare i fatidici 60 giorni. È un errore del fisco? Non è così semplice. Secondo i giudici della Cassazione, in caso di accertamenti a tavolino l'Agenzia delle Entrate può notificarci subito l'avviso di accertamento. "E cosa può fare una semplice azienda - dirai tu - contro la Suprema Corte?" Prosegui la lettura e lo scoprirai.

Cassazione VS Europa: la partita è aperta.
Relativamente agli accertamenti a tavolino, quanto sostiene la Corte di Cassazione italiana è l’esatto contrario di quello che ha più volte deliberato il "giudice" di riferimento in Europa, cioè la Corte di Giustizia Europea. Di questo parleremo in un post specifico, ma la sintesi è: non credere di essere in scacco. In casi come quello descritto, il nostro studio ha potuto impugnare l'avviso di accertamento, basandosi sulle tante decisioni favorevoli delle commissioni tributarie provinciali e regionali. E ha fatto valere i principi sanciti dalla Corte di Giustizia Europea. Come vedi, quella tra un'impresa e l'erario è una partita complessa: ma conoscendo bene le regole del gioco, si può impostare una strategia di contrasto efficace! Ma è fondamentale avere come alleato uno studio legale competente in materia tributaria.